Una nuova occasione di formazione e di confronto per gli operatori delle RSA
Lo scorso 9 maggio abbiamo partecipato, come relatrici, al convegno “Le emozioni non hanno età. Sessualità ed affettività nella Persona anziana in RSA”, organizzato dall’Istituto La Provvidenza di Busto Arsizio ed indirizzato agli operatori sociosanitari di qualsiasi indirizzo e competenza.
Nell’invitarci, ci è stato rivelato che la scelta dell’argomento non è stata casuale, bensì ampiamente pensata e pianificata in ragione dell’enorme difficoltà degli operatori a gestire con prontezza ma, nel contempo, con la dovuta delicatezza, i bisogni affettivi e sessuali degli ospiti ricoverati.
Abbiamo accolto l’invito con grande piacere, positivamente colpite dal fatto che La Provvidenza ha valutato opportuno un approfondimento di tipo giuridico per fornire, anche da questo punto di vista, un adeguato supporto ai professionisti.
Non è stato semplice individuare le questioni più appropriate da affrontare e da esporre alla platea, data la totale assenza di riferimenti normativi e di orientamenti giurisprudenziali e dottrinali.
Gli aspetti attenzionati hanno riguardato la necessità di assicurare agli ospiti il diritto costituzionalmente garantito alla affettività e alla sessualità, conciliandolo con le loro fragilità ed il loro livello cognitivo, oltre che con il contesto di vita comunitaria in RSA.
E ancora, come relazionarsi con la cerchia familiare, talvolta restia ad accettare che l’ospite possa manifestare questi bisogni e necessità.
E’, inoltre, emersa la necessità di colmare il vuoto normativo e di dare una regolamentazione specifica per l’appropriatezza della cura e dell’assistenza agli ospiti.
All’esito di tutte le relazioni espositive, si è tenuta una tavola rotonda in cui i relatori e gli spettatori hanno interagito tra loro, dando vita ad un dibattito che ha offerto moltissimi spunti di riflessione.
Altrettanto stimolante il workshop pomeridiano in cui i partecipanti, suddivisi in tre gruppi distinti coordinati ciascuno da due relatori, sono diventati i veri protagonisti ed hanno analizzato tre casi clinici, condividendo idee, illustrando i propri diversi punti di vista ed elaborando possibili soluzioni in un’ottica di condivisione e di continuo e proficuo miglioramento.