Prorogato il termine per ottenere il CIN
L’obbligo di munirsi del CIN, inizialmente previsto per lo scorso 2 novembre, è stato posticipato al 1° gennaio 2025.
Il CIN, ossia il Codice Identificativo Nazionale, è stato introdotto dal cd. Decreto Anticipi (decreto-legge n. 145/2023, convertito con legge n. 191/2023).
L’obbligo di munirsi di tale codice è previsto per i proprietari di strutture turistiche alberghiere ed extralberghiere, nonché di unità immobiliari destinate alla locazione turistica, oppure breve (Decreto Legge n. 50/2017, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 9672017).
Il CIN è legato specificamente ad ogni singola unità immobiliare e viene assegnato dal Ministero del Turismo su istanza del locatore, ovvero del soggetto titolare della struttura turistico-ricettiva.
L’istanza deve essere presentata telematicamente mediante il portale del Ministero del Turismo (bdsr.ministeroturismo.gov.it) ed essere corredata da una dichiarazione attestante una serie di informazioni inerenti all’unità immobiliare o la struttura, fra cui i dati catastali e il rispetto dei requisiti di sicurezza degli impianti previsti dalle normative urbanistiche vigenti.
Il CIN deve essere esposto all’esterno dello stabile in cui è collocato l’immobile locato o la struttura turistica-ricettiva e deve essere indicato in ogni annuncio, in qualsiasi forma comunicato e pubblicato.
Anche i soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e che gestiscono portali telematici hanno l’obbligo di indicare il CIN negli annunci dell’unità immobiliare locata per le finalità di cui sopra, ovvero della struttura turistico-ricettiva alberghiera o extralberghiera.
Al fine di assicurare il rispetto degli obblighi introdotti, il Decreto Anticipi prevede una serie di sanzioni a carico di chiunque proponga o conceda in locazione, per finalità turistiche o locazioni brevi, unità immobiliari o loro porzioni prive di CIN.
Sanzioni sono previste anche in caso di mancata esposizione e indicazione del CIN da parte dei soggetti obbligati.
I proventi derivanti da tali sanzioni verranno incamerati dal Comune di competenza e destinati a finanziare investimenti per politiche in materia di turismo e interventi concernenti la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
Non vi è, dunque, più molto tempo per adattarsi alle nuove regole imposte dal Decreto Anticipi, con lo scopo di concorrere ad assicurare la tutela della concorrenza e della trasparenza del mercato, la sicurezza del territorio e il contrasto a forme irregolari di ospitalità.