Convegno: assicurazioni private e fondi sanitari integrativi
DOCUMENTO DI SINTESI
Antonella Basso, Prorettrice alla Programmazione e valutazione Università Cà Foscari Venezia – ha aperto i lavori esplicitando le 4 aree impegnate al tema dell’ageing: economica, linguistica, umanistica e scientifica. Ha spiegato inoltre, quanto sia importante parlare di assicurazioni e fondi integrativi perché è un tema che si presta particolarmente per lo studio e le applicazioni finanziarie e assicurative.
Vittorio Morello – L’aumento della popolazione anziana ed i nuovi fabbisogni sanitarci accompagnati dall’evoluzione tecnologica e farmacologica rappresentano fattori che destabilizzano la sostenibilità del sistema sanitario nazionale sempre più compresso da risorse inadeguate. Alla luce di questi fattori è destinato a diventare sempre più importante il ruolo di Assicurazioni Private e di Fondi Sanitari Integrativi. Siamo dinanzi a scenari e sfide impegnative per garantire la qualità del nostro sistema nel suo complesso e le strutture sanitarie private, grazie alla propria dinamicità ed efficienza, rappresentano un punto di riferimento essenziale per rilanciare il sistema sanitario. la spesa sanitaria complessiva viene compensata dalla quota out of pocket.
Mario Del Vecchio, Direttore OCSP SDA Bocconi e professore Università di Firenze, Università Bocconi Mi – ha parlato di dati economici: le cifre ammontano a 114 miliardi di spesa pubblica e circa 34 di spesa privata sono di cui 5 in servizi ospedalieri, 12,8 in farmaci e 15,7 in servizi ambulatoriali e sono a carico dei cittadini. Questi dati sono relativamente stabili e omogenei su tutto il territorio nazionale e circa il 4,5 % ritorna al sistema pubblico sotto forma di ticket. Il 51% degli italiani nell’ultimo anno ha fatto una visita specialistica. I consumi sanitari privati sanitari valgono il 3,4%. La spesa sanitaria privata pro capite in Veneto vale 676 milioni, in Campania 302. Quello che si nota è che le assicurazioni stanno diventando degli intermediari piuttosto che dei rimborsatori di prestazioni. È fondamentale quindi capire se le aziende sanitarie pubbliche intendano partecipare o no nel sistema privato e se il SSN ne favorisca il consumo e se inoltre mira a fare da connettore strategico nella miglior scelta del cittadino.
Massimo Campedelli, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, Professionista Affiliato – opportunità o un cambio di sistema. sguardo lungo sulla territorialità e di un cambiamento di ordine strutturale. Le domande su cui ci dobbiamo interrogare che i sistemi di welfare ci interpellano in modo diretto: la situa demografica, epidemiologica, culturale e socio-giuridico-economica. Nei nostri sistemi di welfare ci sono cambiamenti istituzionali con soluzioni diverse per es a partire dai diversi modelli regionali. Il dato della spesa privata in termini economici è di grande rilevanza sotto diversi aspetti. Una stima famigliare che comprende prestazioni sanitarie, assistenza, agevolazioni una quota che va dai 60 ai 50 miliardi di euro. Il welfare integrativo vede il discorso della crescita dal punto di vista contrattuale e gioca attorno diverse dinamiche. Il Veneto promuove lo sviluppo di forme integrative regionali di assistenza socio sanitaria. La città di Milano ha sviluppato una pratica che riguarda la sanità integrativa. L’Emilia Romagna ha un accordo per l’istituzione di un fondo extra Lea soprattutto per la copertura di prestazioni odontoiatriche. Il Piemonte ha fatto un accordo per l’assistenza domiciliare. Il Lazio valorizza la funzione della promozione sociale di servizio e di innovazione svolta dalle SMS.
Fiammetta Fabris, Direttore Generale UniSalute – ha spiegato che in questi anni, le evidenze economiche, demografiche e sociali emerse nel nostro Paese confermano come sia necessario rivitalizzare in modo strategico il settore della sanità, potenziando forme di finanziamento aggiuntive e integrative a quelle pubbliche anche attraverso sinergie tra pubblico e privato, per lo sviluppo di un Secondo Pilastro aperto a tutti i cittadini. Questo orientamento ritengo possa essere anche un volano di sviluppo di investimenti nel campo della prevenzione e della ricerca, due elementi essenziali per potere affrontare le grandi sfide del futuro.
Carla Collicelli, ASVIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ha spiegato che le difficoltà che i cittadini italiani incontrano nel trovare risposta in maniera adeguata ed in tempo utile, ai loro bisogni di salute, soprattutto quando si tratta della assistenza continuativa per le patologie croniche (la Long Term care) e gli accertamenti diagnostici e preventivi, sono ormai una realtà certificata da tutte le istituzioni e gli osservatori nazionali ed internazionali. La spesa privata dei cittadini per la salute continua a crescere, ed è per ala gran parte non intermediata da soggetti di tipo mutualistico o assicurativo. La sostenibilità della sanità italiana, per altri aspetti eccellente, è messa a dura prova dalla sempre maggiore diffusione delle cronicità, delle disabilità e della domanda di prevenzione, e si sente la necessità di una migliore finalizzazione delle risorse private messe in campo dalle famiglie.
Isabella Mastrobuono, Docente di organizzazione sanitaria, Luiss Business School Roma – Tutti i Paesi europei si stanno orientando verso sistemi di assistenza che vedano integrati finanziamenti pubblici e privati per fare fronte ai grandi cambiamenti demografici ed epidemiologici dei prossimi decenni e per garantire equità di accesso alle prestazioni. Lo sviluppo di forme integrative di assistenza sanitaria possono essere una risposta concreta ai maggiori bisogni dei cittadini, in un quadro limitato di risorse finanziarie pubbliche da destinare alla sanità ed al sociale. Le imprese, attraverso i contratti di lavoro, ed i cittadini, attraverso forme di adesione collettiva, possono contribuire a creare un moderno Stato sociale, traendo grandi vantaggi dall’unione delle forze per garantire una solidarietà intergenerazionale non più procrastinabile.
Ivan Cavicchi, Professore di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e Filosofia della medicina Università Tor Vergata, Roma – ha elencato una serie di disfunzioni legate a problemi di accesso di qualità alla contingenza del bisogno. Il sistema di welfare dove una quota di spesa privata è sempre presente perché è un ammortizzatore per i cittadini. Questione dell’inappropriatezza, con la spesa privata la devo affrontare un atteggiamento sistemico perché il sistema in quanto tale bisogna cambiarlo. Bisogna affrontare l’interrogativo opportunità o cambio di sistema. I numerosi sistemi regionali di governo sanitario fanno sì che le scelte siano rallentate. La sostenibilità non va ristretto a un concetto di compatibilità. Lo sviluppo sostenibile è l’approccio giusto in sanità. Il welfare fiscale usa la leva fiscale per aiutare l’impresa per creare plus valore. Questo meccanismo corre il rischio di entrare in competizione con il sistema pubblico.
Sabrina Nardi, Vice Coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva (TDM) e Direttore del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici (CnAMC) – ha sottolineato l’importanza del tema dell’assistenza per fare il punto sui servizi erogati ai cittadini sul territorio: quello che si nota è che sono ancora molte le diseguaglianze tra Nord e Sud e anche tra le stesse città metropolitane, inoltre si riscontrano difficoltà di accesso al servizio sanitario per ragioni di costi dei ticket e di liste d’attesa. E quindi come si può rendere tutto questo un’opportunità per una maggiore sostenibilità in modo che non si vada a erodere il servizio sanitario nazionale? Si interroga la Nardi concludendo il suo intervento.
Donato Pedron, Presidente SANI.IN. VENETO – Il Fondo Sani.In.Veneto, che associa per la sanità integrativa i lavoratori ed i famigliari delle imprese artigiane venete e in prospettiva, degli artigiani stessi, non può che vedere con favore questa iniziativa della Regione, essendo esso stesso nato con una identità profondamente regionalista. Per l’ambito di applicazione dei beneficiari e per le modalità di organizzazione delle prestazioni da parte del Sistema Sanitario regionale, dobbiamo fare degli approfondimenti circa la percorribilità della convenzione proposta. Il nostro Fondo infatti, ha un perimetro definito da accordi contrattuali precisi e si muove dentro questi, i cui principi ispiratori sono la tutela del benessere del lavoratore artigiano attivo. Inoltre, dal punto di vista tecnico, dobbiamo avere maggiori lumi da parte della Regione sulle modalità di erogazione delle prestazioni ai nostri soci.
Giorgio Albè, Albè & Associati Studio Legale, Milano – ha spiegato nel suo intervento che inquadrando i Fondi Sanitari Integrativi nell’ambito del welfare privato si crei un’importante ed efficace opportunità non solo per il sistema sanitario e per quello, meno ampio ma altrettanto se non più importante dello sviluppo economico, politico e sociale: occorre oggi, infatti, pensare al welfare aziendale, su cui il legislatore sta indubbiamente e coerentemente puntando. Se inseriti in tale complesso sistema potrebbero diventare una leva significativa di innovazione sociale, presentandosi come complementari, e non sostituivi, al sistema di welfare pubblico. Che tale attenzione da parte del legislatore sia indubbia è dimostrato anche dall’introduzione di un regime tributario favorevole. Occorrerà poi sviluppare sinergie tra sfera pubblica e privata, e qui il compito del sistema assicurativo è fondamentale.
Mario Vecchietti, Consigliere Delegato RBM Assicurazione Salute S.p.A. – ha sottolineato che la miglior tutela dell’universalismo e dell’equità del Servizio Sanitario Nazionale passa per lo sviluppo di un Secondo Pilastro anche in Sanità, in grado recuperare una dimensione collettiva per la spesa sanitaria privata contenendone nel contempo l’impatto sui redditi delle famiglie. In questa prospettiva le Compagnie di Assicurazione possono mettere a disposizione del Paese delle risorse fondamentali per garantire qualità e sostenibilità delle cure per i cittadini di oggi e di domani. In questi anni il trend del sistema privato è andato incrementando, in particolare significativa è l’incidenza della spesa sanitaria sui singoli cittadini perché in Italia ad oggi non esiste un sistema di mediazione adeguata efficace. Ciascuno di noi paga quasi 570 euro in sanità privata ogni anno ed è proprio questo l’obiettivo della compagnia assicurativa si dà per integrare il sistema di sicurezza sociale a disposizione degli italiani. Il sistema pubblico e privato sarà sempre più integrato dal punto di vista delle fonti di finanziamento e di riduzione dell’incidenza della spesa che il cittadino spende di tasca propria, una sostituzione delle cure erogate dal SSN. In quest’ottica i due mondi devono cercare di operare in piena armonia, il valore aggiunto al cittadino offerto dall’assicurazione è la garanzia di un completamento delle cure.
Luciano Flor, Direttore Generale Azienda Ospedaliera Padova – ha rappresentato l’altra faccia dell’offerta e cioè la parte pubblica, proclamandosi favorevole ai fondi integrativi. Il nostro Paese è ricco di ottime realtà grazie a meccanismi di funzionamento, territoriali e specialistici sia nei grandi ospedali che nei piccoli ed è in grado di confrontarsi a testa alta con qualsiasi altra realtà mondiale. È fondamentale quindi mettere insieme tutto ciò che è disponibile sul territorio per una corretta programmazione del servizio sanitario nazionale.
Giuseppe Puntin, Comitato Esecutivo Aiop e Vice Presidente Aiop Veneto – ritiene che il ruolo della sanità privata sia competitivo e collaborativo allo stesso tempo. Collaborativo inteso come programmazione sanitaria, nel far sistema con gli ospedali pubblici esistenti, come parte integrante del sistema sanitario nazionale. Per competitivo, invece, si intende il ruolo di chi offre le proprie prestazioni a un cittadino libero di scegliere. Per essere competitivo implica che si ricominci a concepire un sistema con libertà di scelta, di progressività e ragionevolezza.
Eugenio Gattolin, Segretario Generale Confcommercio Veneto – ha spiegato che l’istituzione del fondo Est che si ha attualmente, copre a livello europeo le esigenze di integrazione. Sono circa 50-60 mila le aziende associate. Esso è utile anche ai piccoli imprenditori e alle loro famiglie e in contemporanea ci si sta muovendo per poter istituire un fondo integrativo anche per gli operatori dando una copertura universalistica definendo le esigenze e le specificità di intervento idonee ai bisogni di questo territorio. Secondo Gattolin, è anche nell’interesse del privato che funzioni il sistema pubblico per un discorso di integrazione dei servizi e per cercare di creare collaborazioni tra i due sistemi. Il nostro obiettivo è quello di offrire una competizione qualitativa nella gestione dell’erogazione dei servizi in un contesto di situazione demografica impegnativa poiché abbiamo più del 25% al di sopra dei 65 anni.
Marco Grassi, Responsabile Comunicazione Società di Mutuo Soccorso –
Cesare Pozzo – la società di mutuo soccorso Cesare Pozzo nasce per poter organizzare e garantire il diritto della tutela della salute. Si occupa di dare assistenza e aiuti economici e prestazioni sanitarie ai soci che si iscrivono partecipando a una collettività per avere sussidi per poter affrontare i costi socio-assistenziali. Inoltre si occupa di sviluppare forme di welfare territoriali e di comunità significa che entra in relazione con soggetti del terzo settore, della società civile o altre forme dell’impresa sociale, come ad esempio il progetto “Welfare Point” che favorisce piani sanitari per cittadini, lavoratori e famigliari per affrontare al meglio la salute sia a livello di prevenzione e nei casi di infortunio o malattia.
Francesco Maria Gennaro, Responsabile Politiche Sociali, della Salute e
del Terzo settore UIL – ha spiegato che un ammodernamento del SSN è necessario, nell’interesse dei pazienti, ed è la cosa giusta da fare per garantirlo alle generazioni future. Bisogna passare dalle logiche frammentate di sussidi e benefici monetari a logiche che privilegino servizi possibilmente domiciliari. Tra le proposte concrete, la promozione dell’adesione ai fondi da parte dei cittadini e qui entrano in gioco le coperture sanitarie integrative. Puntare su prevenzione e sull’ausilio dell’assistenza sanitaria integrativa diviene la traiettoria necessaria da seguire per un Paese che vuole crescere e dirsi più giusto e competitivo. È evidente che l’incremento del fabbisogno assistenziale e della spesa conseguente non può essere affrontato solo con politiche di razionalizzazione dei costi ma, «per garantire la sostenibilità finanziaria dell’intero sistema dell’assistenza pubblica risulta necessario ripensare il sistema dell’offerta e di reperimento delle risorse e favorire lo sviluppo di forme di finanziamento aggiuntive e integrative rispetto a quelle pubbliche quali i fondi sanitari integrativi.